Leggende della Valle Brembana







































Val Taleggio

In questa leggenda ambientata a Sottochiesa, un oste dall’animo scettico compie un gesto di bontà accogliendo in casa uno sconosciuto sofferente.

Tra i tetri racconti della tradizione bergamasca, spicca il rituale della “bollitura”, usato per smascherare le streghe che si celavano dietro volti insospettabili.

Tra i pascoli di Poscante si tramanda la fosca leggenda del “Fienile della Pastora”, dove si dice vivesse una strega famelica e maleodorante che infestava stalle, boschi e case contadine.

Questa leggenda spiega l’origine dei Laghi Gemelli, un tempo due specchi d’acqua distinti incastonati fra le cime dell’alta Valle Brembana.

In una remota valle bergamasca, il giovane pastore Gioanì conduce una vita modesta ma in perfetta sintonia con la natura selvaggia che lo circonda.

Un solitario cacciatore, il Rossàl, disprezza le feste religiose della Val Averara e si rifugia nei boschi in cerca di selvaggina.
Val Serina

L’autostoppista fantasma, emersa dalle notti allo Snoopy di Serina, trascina il lettore lungo i tornanti bui della Val Serina.

Sul crinale solitario di un monte sorgeva una dimora che nessuno osava abitare, conosciuta come la «casa degli spiriti».
Valle di Poscante

Nella buia Valle di Poscante, le notti erano popolate da spiriti che mettevano a dura prova il coraggio dei viandanti solitari.
monte Avaro di Cusio

Sul Monte Avaro, nell’aspra Valle Averara, vive un mandriano famoso per una voracità di denaro che lo isola dalla sua stessa comunità.

Questa leggenda, tramandata oralmente tra le valli Brembana e Seriana, racconta la disputa secolare per il possesso di un alpeggio alpino.

Tra i boschi e le creste orobiche si aggira la «caccia selvatica», corteo spettrale di cani invisibili e anime dannate.

Nel folklore bergamasco il gatto non è un semplice animale domestico: è spirito mutaforma che può vendicarsi, proteggere o persino parlare.

Tra i boschi piovosi che avvolgono l’Alben si cela una leggenda intrisa di dolore e mistero.

Tra i boschi piovosi che avvolgono l’Alben si cela una leggenda intrisa di dolore e mistero.

Nella selvaggia Valle Stabina, fra Valtorta e Ornica, nasce una leggenda che punisce chi diserta la Messa domenicale.

In una notte d’autunno flagellata dalla pioggia, un giovane carrettiere resta prigioniero nel bosco oscuro della Valle Brembana, ignaro del destino che lo attende.

A Spino al Brembo circola una fiaba oscura che rielabora il motivo tradizionale della matrigna-strega: protagonista è un vedovo che, risposatosi, consegna i suoi figli alla crudeltà di una nuova moglie e dei suoi rampolli.

Nelle leggende brembane la «Cassa da Morto del Diavolo» s’aggira tra fulmini e notti afose, trascinata da cani mostruosi dagli occhi di brace.

Tra le campagne innevate della vigilia di Natale, due fratellini e il loro cagnolino partono alla luce della luna per prendere il latte.

Nelle valli bergamasche il lupo è da sempre l’oscuro ammonitore dei bambini ribelli, simbolo delle paure custodite nei boschi.

Nelle contrade di Olda riecheggia la figura della “pitocca”, mendicante dall’aspetto mostruoso che terrorizzava bambini e adulti.

Nella leggenda della “baita della capra” di Carona, due cacciatori soddisfatti della loro preda si trovano faccia a faccia con un’apparizione diabolica mascherata da seducente fanciulla.

Il testo getta luce sull’epopea del brigantaggio ottocentesco bergamasco, dove realtà storica e mito popolare si intrecciano.

Sul Monte di Zogno si tramanda la leggenda di Teresina, detta “Dispettina”, una quindicenne che trasformava ogni giornata in uno scherzo crudele ai danni dei contadini e dei vicini.

Tra i silenzi selvaggi del Monte Secco, fra boschi ombrosi e grotte dimenticate, si aggira la leggenda dell’enigmatico “uomo dai sette cappelli”, eremita dalle abitudini oscure.

Un uomo tanto coraggioso da accettare il mestiere di “sotterra-morti” scopre, sotto le lapidi, un sorprendente passaggio verso un aldilà sereno e fiorito.

Tra le gole selvagge di Poscante si tramanda il cupo racconto di una Maga notturna, divoratrice di bambini.

Tra antichi fossili a forma di zoccolo — creduti sinistri segni del Diavolo — nasce una leggenda che echeggia nei boschi della Val Pagana.

Tra i pinnacoli fra Sant’Antonio Abbandonato e la forcella di Bura s’innalzava il castello di una regina guerriera, che tornava vittoriosa dalle battaglie e impiccava i prigionieri nella piazza di Brembilla.

Un’antica leggenda di Poscante racconta di una famiglia di suonatori di baghèt che, diretta alle feste col proprio asinello carico di vino, vide per tre volte la propria casa avvolta da fiamme illusorie.

Emblema dello spirito selvatico delle Orobie, l’homo salvadego – il salvàdec – si staglia fra mito e realtà come un uomo-bestia coperto di folto pelo.

Una semplice commissione al negozio di sale trasforma la tranquilla cucina di una bambina in un campo di battaglia fiabesco, quando una capra ostinata invade la casa.

Le leggende orobiche pullulano di cani che, da docili compagni a presenze minacciose, all’improvviso prendono parola.

Figura impalpabile delle notti bergamasche, la dòna del zöch incarna lo spirito burlone e inquieto del folclore orobico.

Questo antico racconto popolare di Zogno narra di un misterioso serpente volante con una boccia d’oro luminosa, temuto dagli abitanti della valle.

Un filo cupo di superstizione unisce queste storie, dove chi alza la mano contro i genitori o sfida i morti vede la propria colpa riemergere dalla tomba.

Un filo cupo di superstizione unisce queste storie, dove chi alza la mano contro i genitori o sfida i morti vede la propria colpa riemergere dalla tomba.

La Val Vedra è una suggestiva valle alpina, rinomata per la sua flora rara e i suoi paesaggi incantevoli, ma anche avvolta da leggende oscure.