Il percorso si apre tra le antiche case di Sedrina, borgo posto a guardia delle strette gole del Brembo. Sedrina conserva intatto il fascino di un centro rurale che nei secoli ha saputo valorizzare il proprio volto storico: camminando tra i vicoli acciottolati, lo sguardo viene subito catturato dalla maestosa facciata rinascimentale della chiesa parrocchiale. Progettata da Mauro Codussi di Lenna – architetto bergamasco divenuto celebre a Venezia per le sue chiese e palazzi – questa splendida opera in marmo e pietra locale è un tributo luminoso alla tradizione artistica della Val Brembana, con eleganti cornici bugnate, finestroni ogivali e motivi floreali intarsiati.
Lasciato il centro, si imbocca a sinistra la mulattiera della “Priula”, l’antica via di collegamento che un tempo serviva per spostarsi tra i borghi della valle. Il punto di partenza è presso i Ponti di Sedrina: un insieme di arcate che attraversano il Brembo, perfetto per una breve sosta fotografica e per immergersi nel suono dell’acqua. Da qui, a destra, si sale con pendenze dolci verso il borgo di Patromano, arroccato a oltre 500 metri di quota. Il contrasto tra le pietre grigie delle abitazioni e il verde intenso dei boschi circostanti regala scorci di rara suggestione, soprattutto in primavera, quando i prati si riempiono di fiori di campo.
Proseguendo lungo sentieri segnati da antichi segnavia in legno, si raggiunge la frazione di Stabello. Qui, tra case in ciottoli e ballatoi lignei, si respira ancora l’atmosfera del passato contadino. Fu in questo contesto che nacque nel 1804 Pietro Ruggeri, il celebre “poeta popolare” dialettale ottocentesco, autore di componimenti che raccontano con ironia e amore la vita quotidiana di queste montagne. Vale la pena di esplorare le piccole corti interne, dove i forni a legna e le stalle sono rimasti intatti fino ai giorni nostri.
Al termine dell’abitato, un lavatoio d’epoca – alimentato da una sorgente gelida e cristallina – invita a una breve pausa: il suono dell’acqua che scorre tra le lastre di pietra e il fresco riparo delle betonelle offrono refrigerio nelle giornate più calde. Da qui si comincia la discesa: traversando una radura costellata di erbe officinali, si lasciano alle spalle, sulla destra, le prime case di Piazza Monaci – un poggio dove un tempo un piccolo convento di frati osservanti accoglieva i pellegrini – e, sulla sinistra, il borgo di Piazza Martina, dominato da una cappella rurale dedicata alla Madonna delle Grazie.
Dopo alcuni tornanti, la via si fa di nuovo carrozzabile e, seguendo la segnaletica marrone, si arriva al celebre Ponte Vecchio di Zogno, vero e proprio simbolo della città. Zogno è il centro più popoloso della media Val Brembana, fulcro economico e amministrativo: percorrendo il suo tessuto urbano, si incontrano botteghe artigiane, negozi di prodotti tipici e suggestivi palazzi patrizi con portali in pietra scolpita. Il cuore pulsante della città è racchiuso nei vicoli stretti e nelle piazzette – come Piazza Brembana, punto di ritrovo per mercati e feste – dove si affacciano antiche torri medioevali e la Porta di Sotto, uno dei tre accessi originali alle mura.
Cultura e storia si incontrano nei suoi musei: il Museo della Valle custodisce reperti preistorici e medievali, tra ceramiche, armi e oggetti di uso quotidiano; poco distante, il Museo di San Lorenzo offre un percorso interattivo tra arte sacra, testimonianze della Resistenza e fotografie d’epoca della valle. Anche le chiese meritano una visita: la collegiata di San Lorenzo, con il suo campanile ottagonale, e la chiesa di Sant’Andrea, dove si conserva un ciclo di affreschi quattrocenteschi.
Fin dall’epoca preistorica – come dimostrano i ritrovamenti di selce e ossa di cervide nelle grotte dei dintorni – Zogno ha rappresentato un crocevia di popolamenti. Nel XIII secolo divenne vicariato sotto i Visconti, poi capoluogo della Valle durante la dominazione veneziana; con l’arrivo dei Francesi agli inizi del XIX secolo assunse una funzione di caposaldo militare e amministrativo, che si è protratta sotto gli Asburgo fino all’Unità d’Italia.
Superato il Ponte Vecchio, si entra nell’area mercato: larga piazza lastricata, animata ogni lunedì dal mercato settimanale, dove è possibile acquistare prodotti agricoli, formaggi d’alpeggio e salumi artigianali. In fondo alla piazza, sotto il Ponte Nuovo, ha inizio il tratto ciclo-pedonale che, costeggiando il fiume Brembo, conduce in pianura verso Ambria (percorso Family Bike PFB01). Questa pista – larga e ben segnalata – attraversa boschetti, prati e ponticelli, ed è ideale per famiglie e ciclisti di ogni livello.
Giunti alla graziosa stazioncina ferroviaria di Ambria, si può fare una sosta per ammirare il binario unico e gli edifici liberty tipici delle piccole stazioni di montagna. Imboccata a destra la strada comunale, si attraversa la Provinciale della Val Serina e, mantenendo la sinistra al bivio, si riprende il percorso ciclo-pedonale che in pochi chilometri porta a San Pellegrino Terme (Family Bike PFB02). Qui, tra le splendide architetture liberty del Grand Hotel e le fonti di acqua ferruginosa, si chiude un itinerario che unisce natura, storia e benessere in un’unica, indimenticabile esperienza.



