
Malgrado l'incalzare della modernità e radicale cambiamento degli stili di vita, in Val Brembana sopravvive ancora una cultura popolare ricca di usi costumi, tradizioni, musiche, leggende. L'istinto di conservazione della propria identità culturale è ancora molto forte e si esprime nelle feste popolari nelle sagre, nelle ricorrenze patronali, nei riti religiosi di lontanissima origine pagana, nei rituali carnevaleschi. Il calendario è scandito in ogni stagione da particolari momenti d'incontro, da riti propiziatori o di ringraziamento da tradizioni che si tramandano da secoli. Così ad esempio il Carnevale è ancora festeggiato in molti paesi con cortei mascherati e con particolari riti culinari, a propiziare abbondanza di raccolti e di cibo. In questo contesto si inseriscono le burlesche tradizioni di Generù e della Pisa è già di Valtorta e di Santa Brigida, riti collettivi che propiziano la fine dell'inverno.
Per millenni gli uomini del nord vissero in perfetta simbiosi con la natura e i suoi elementi, rispettando in primis l'ambiente che lo circondava, secondo ritmi ed esigenze naturali. La vita a quei tempi era scandita da festività e ricorrenze, il rapporto tra terra e cielo era in perfetta armonia perché il tutto coesisteva senza prevalicare l'uno sull'altro. I Druidi potenti "stregoni" dotati di poteri divini erano il punto di riferimento di questo splendido rapporto tra uomo e natura. All'ombra di boschi, di querce amministravano religione e giustizia, raccontavano le gesta di dei ed eroi. Questa era una religione semplice, naturale molto alla mano basata su ritmi accessibili a tutti.
L'uomo quindi era parte integrante della natura e non padrone assoluto, ma bensì compagno di viaggio di avventura di piante e animali senza esserne il carnefice . Purtroppo però l'azione disgregante di una cultura nazionale e di molti stranieri provenienti dal sud e dal braccio armato della chiesa romana ha cambiato profondamente la solidarietà delle genti alpine, cancellando questo immenso patrimonio culturale. Furono dapprima proibiti i riti magici, i riti solari, l'uso di erbe medicinali, l'uso di bruciare i morti ecc. I Druidi perseguiti brutalizzati, martirizzati, cacciati, furono bruciate querce secolari, abbattuti i Menhir (grosse pietre piantate nel terreno), i Dolmen (monumento funerario costituito da 2 lastre di pietra di supporto e copertura. Subentrò una religione basata sul castigo, sulla paura, sul lavoro e la vita vista come espiazione, il bello e il piacere come entità diaboliche.


La vergogna per il proprio corpo, il rifiuto delle nudità, della sensualità, di tutto ciò che era sano e naturale. Millenni di civiltà, arte e scienza sacra cancellate per sempre.
Ma il passare del tempo fa giustizia e l'uomo ritorna a riappropriarsi della propria identità fondamentale per la sua sopravvivenza e vita, perché ciò significa ed è bene ricordarcelo sempre, che riappropriarsi della nostra cultura e dei suoi valori, delle proprie radici più antiche e profonde, della riscoperta di luoghi e tradizioni assumono il significato profondo di una speranza, di una salvezza per non essere estraneo alla propria terra.
Particolarmente suggestiva è la Mascherata di Dossena, rappresentazione teatrale con accompagnamento musicale messa in scena nelle piazzette delle varie contrade del paese, considerata come uno dei più genuini momenti folcloristici della nostra provincia.
Tradizioni Popolari - Le Maschere
A metà quaresima è il tempo di " rasgà la ègia ", il rogo del fantoccio della vecchia segato in due. Ancora in molti paesi e' in uso la tradizione del "casà mars" cacciare marzo, con i ragazzi che salutano la primavera trascinando per le strade barattoli legati con un filo. Una variante di questa usanza è la Giobiana di Valtorta che vede ogni anno, il primo giovedì di marzo i ragazzi correre per i prati suonando i campanacci per svegliare la primavera e "chiamar l'erba". A metà tra il pagano e il religioso, sopravvivono poi le Ragazioni, processioni effettuate all'alba che si snodano lungo i sentieri di campagna con soste a tutte le tribuline per impetrare un buon raccolto.
Le processioni religiose sono del resto sempre molto sentite e valga per tutte l'esempio della Sacra Spina di San Giovanni Bianco che si celebra la seconda domenica di Pasqua. Ma le feste patronali e religiose sono per la maggior parte in programma a fine estate e in autunno, quando i lavori nei campi erano finiti e i mandriani erano scesi dagli alpeggi. Feste Molto sentite, che ancora oggi vedono tornare nei loro paesi nuovi e vecchi emigranti.
