La pedalata ha inizio nei pressi dell’imponente chiesa parrocchiale di Piazza Brembana, da cui ci si immerge subito nell’atmosfera raccolta del borgo, attraversandolo fino a sboccare verso Olmo al Brembo. Il fondo stradale, sempre in ottime condizioni, scivola via con dolcezza finché, a circa tre chilometri, compare il suggestivo Santuario della Madonna dei Campelli: un’anteprima mistica prima di imboccare il bivio di Cugno, dove il limpido torrente Stabina si abbraccia al Brembo. Da qui parte la strada solitaria che, con una pendenza mai troppo impegnativa (tra il 2% e il 4%), risale la valle costeggiando le sponde di un pescecce torrente che invita a una pedalata tranquilla e contemplativa.
All’ingresso di Cassiglio, il paese offre una sosta d’arte con la celebre “Danza Macabra” affrescata sulla facciata di Casa Milesi, un monito fiabesco che si fa ammirare con meraviglia prima di tuffarsi nuovamente nel verde. I boschi che avvolgono la carreggiata donano frescura e, tra un lampo di foglie e il frullo degli scoiattoli, non è raro sorprendere caprioli che guizzano tra i tronchi. Il traffico, quasi inesistente, lascia spazio al ritmo del proprio respiro, mentre un breve tunnel prima di Forno Nuovo aggiunge un brivido d’avventura. Raggiunta Rava, si svolta a sinistra per affrontare quattro tornanti scolpiti nella roccia, oltre i quali il paesaggio si apre in una balconata naturale: davanti appaiono il Chiavello, lo Zucco del Corvo e il Foppabona, tutti incorniciati dalla maestosità del Pizzo dei Tre Signori.
Proseguendo di qualche chilometro, si giunge all’avveniristica torre campanaria che funge da porta d’ingresso al delizioso borgo di Valtorta, un gioiello curato come i più rinomati villaggi dell’Alto Adige. Qui vale la pena concedersi una sosta per visitare la chiesa parrocchiale e il Museo Etnografico — allestito nell’antico edificio della Pretura e dedicato a Monsignor Gerolamo Regazzoni, figura chiave del Concilio di Trento — e, poco fuori dal centro, la chiesa medievale di Sant’Antonio alla Torre. Per chiudere in bellezza non resta che gustare le specialità locali alla Latteria sociale, un autentico coronamento di sapori genuini.


