La storia di Arlecchino
La via più Antica della Valle Brembana

Il traffico che esce da Bergamo e risale la Valle Brembana ha ritmi di autostrada. E non è da meno quello opposto, che da tutti i paesi confluisce nell'unica strada di fondovalle.

Tre volte al giorno mattino - mezzogiorno - e fine lavoro - il flusso e riflusso riempie la statale di pendolari incolonnati dietro i grandi camion della San Pellegrino. Prima che venisse costruita la via "PRIULA", viandanti e carovane per superare le invalicabili forre del fiume a Sedrina, andavano da Bergamo a Selvino, dove iniziava la cavalcatoria che per Serina, e Dossena arrivava al borgo fortificato del Cornello. Un viaggio attraverso un mondo a parte, che svela un patrimonio ambientale e storico quasi sconosciuto.
La forza della Valle e la sua vitalità è tutta in questa via che segue il corso del fiume , scavalcando con giganteschi viadotti e forzando con gallerie i tratti più angusti . Sul fondo della valletta, ai piedi della roccia che si innalza contornata da cespugli, scende uno zampillo dentro l'antica fontana. Spiegano che questa, situata più in alto, era la fontana riservata ai viandanti ; all'altra più sotto, con attenta distinzione igienica si abbeveravano gli animali, così da evitare ogni rischio d'inquinamento. La mulattiera si snoda nel bosco con una sezione regolare, a masselli bene infissi nel fondo e sui lati un profilo di pietre più grosse e squadrate. Una leggera inclinazione verso valle impedisce il ristagno dell'acqua piovana, incanalata in un condotto a cielo aperto che corre a fianco.

La storia di Arlecchino

Una folta vegetazione si apre a galleria e brevi radure consentono di ammirare il panorama. Tra le due la strada della Val Brembana e la mulattiera che percorre la Valle Tassoni - non c'è più di un quarto d'ora d'auto, ma c'è una differenza di secoli. Mondi lontani, opposti, oppure concentrati in un territorio molto ristretto, quale è quello delle Orobie Bergamasche .
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la Via Mercatorum nei pressi di San Giovanni Bianco verso Oneta
Ed è soprattutto questa la caratteristica della Val Brembana, che presenta le realtà più, spesso contrastanti. Il ritmo di vita intensissima, in una vallata che per buona parte è ormai un tutt'uno con la città e la pianura, e poi anche le cadenze fuori dal tempo di luoghi appartati, che ormai solo pochi conoscono, patrimonio degli ultimi montanari che qui vivono ancora con ritmi di epoche passate.

La storia di Arlecchino

La chiave del primo tratto di strada, da Bergamo all'ingresso della Val Brembana, era Selvino. C'e' chi ipotizza che gia' in epoca romana il minerale dai giacimenti di Dossena venisse convogliato alla citta' attraverso una rete di sentieri che passava per Serina, Cornalba, Selvino, per poi collegarsi con la strada di Valle Seriana scendendo ad Albino oppure attraverco Lonno, a Nembro. Ma non e' escluso che per i traffici con la Valle Seriana fosse usato anche il valico di Oltre il Colle. Non si hanno documenti ne' notizie storiche di nessun genere. Congetture che trovano fondamento unicamente alla rete di mulattiere che a varie quote ma con un unica direzione percorrono questo lato della Valle. Un itinerario al quale per tradizione venne dato il nome di " VIA MERCATORUM ".

La storia di Arlecchino

E' quanto sostenevano storici locali, come il serinese Carrara Zanotti: Prima della costruzione dei ponti di Sedrina, dalle nostre Valli e da Oltre la Goggia (altro punto chiave della Valle Brembana : una strettoia a poca distanza da Cornello che fu limite geografico e amministrativo tra la media e l'alta Valle , n.d.a.) non era in uso altra strada, per recarsi in Bergamo, che quella percorsa dai Goggesi da San Giovanni Bianco a Dossena per Serina, e da qui a Frerola , a Pagliaro e discendendo nel fiume Alva giungevano all'Ambriola, di la' ascendendo arrivavano a Rigosa salendo si andava a Selvino, per poscia discendere ad Albino , per di la' a Nembro e a Bergamo ..... Piu' tardi, apertosi il passaggio per la via di Cornalba, Aviatico e Selvino , tutti batterono questa nuova strada .... appellata via "MERCATORUM". Un nome antico e affascinante, che racconta di viandant, di carovane di muli carichi di merci, di fontane, di osterie, di portici, di santelle, di santuari, di borghi sperduti divenuti importanti a poco a poco, grazie a questi traffici .

La storia di Arlecchino

Bergamo, situata sulla collina al limite della grande pianura padana è la porta delle valli. Lo era fin dall'origine, quando un antico popolo oltre 2.500 anni fa vi innalzò le prime capanne. Una scelta accurata. Il colle, in posizione equidistante rispetto allo sbocco al piano delle due maggiori Valli delle Prealpi Bergamasche, si trova al di sopra di un territorio che allora veniva invaso dalle piene stagionali di fiumi e torrenti molto più impetuosi di oggi. Naturale capolinea dei percorsi che risalivano le valli, l'antico villaggio fu forse al centro di scambi per i primi che si avventuravano tra i monti attirati dai giacimenti di minerali che affioravano in superfice. I sentieri erano piste modestissime, sufficienti a far passare un uomo e a non fargli perdere l'orientamento. La situazione mutò quando nelle valli incominciarono insediamenti stabili, con esigenza di collegamenti e di comunicazioni. Questa rete viaria primitiva trova conferma, nel primo tratto di Valle Brembana, in tracce di età protostorica. Tuttavia è probabile che i primi popolamenti più consistenti abbiano riguardato soprattutto la Val Seriana,
dove le testimonianza d'epoca romana sono numerose ; in Valle Brembana invece non si va oltre Almenno e Clanezzo, venendo lo sviluppo della viabilità bloccato dalla forra di Sedrina . A conferma dell'ipotesi secondo la quale il radicarsi di abitanti stabili avvenne attraverso i gioghi dell'alta Valle, dalla Valtellina e ancor di più dalla Valsassina.
Il nodo delle comunicazioni brembane furono le invalicabili pareti rocciose di Sedrina, a picco nel fiume, che potevano essere superate solo con lunghi giri attraverso i monti. La Valle rimase divisa in due; la parte inferiore poteva essere collegata abbastanza agevolmente con la pianura e la città; ma per la parte superiore la viabilità per Bergamo doveva passare attraverso la Val Seriana. E' il tracciato che prenderà il nome di " VIA MERCATORUM ".

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