È una pianta erbacea perenne, caratterizzata da una grossa radice a fittone, lunga e di colore bruno-giallastro. Il fusto eretto può raggiungere 1,2 metri di altezza.
Le foglie, molto grandi, hanno forma ovale: quelle inferiori sono brevemente picciolate, quelle superiori invece sono sessili. Sono percorse da nervature che convergono verso l’apice.
In estate la pianta produce fiori gialli, riuniti in gruppi da 3 a 10, situati all’ascella delle foglie. Cresce comunemente nei prati e pascoli alpini e appenninici, tra i 700 e i 2500 metri di quota.
Origine del nome
Secondo la leggenda, il nome Gentiana deriverebbe da Genzio, re dell’Illiria (II sec. d.C.), che per primo ne scoprì e utilizzò le proprietà terapeutiche. L’aggettivo lutea significa invece “gialla”.

Raccolta e conservazione
La radice di genziana si raccoglie in primavera. Dopo essere stata pulita a secco, va tagliata a pezzi e essiccata al sole o in un ambiente asciutto e ben ventilato. È pronta quando, spezzandola, mostra all’interno il caratteristico colore giallo.
- Non deve mai essere usata fresca.
- Va conservata in luogo asciutto, in recipienti chiusi, poiché è molto igroscopica.
- Immersa in acqua, la radice secca si rigonfia e diventa flessibile.
Principi attivi
La radice contiene sostanze amare, tra cui:
- Genziopicrina
- Amarogenzina (la sostanza più amara conosciuta)
- Alcaloidi (genzianina)
- Zuccheri, enzimi, tannini e pectina
Usi terapeutici nella storia
- Già Dioscoride e Plinio (I sec. d.C.) la consigliavano contro morsi di serpenti, malattie di fegato e stomaco, problemi agli occhi.
- Nel XVI secolo era impiegata come antidoto contro punture di scorpione, vermifugo e febbrifugo.
- Prima della scoperta del chinino, era uno dei rimedi più usati contro la febbre malarica.
- Nel Medioevo era coltivata negli orti medicinali: si diceva che chi avesse salvia, assenzio e genziana aveva già una piccola farmacia a disposizione.
- Alcune leggende medievali narrano di cavalieri incantati dalla bellezza della pianta e dal fascino dei suoi fiori gialli.

Usi attuali
Oggi la genziana è utilizzata:
- come antielmintico per i bambini
- soprattutto come rimedi digestivo, depurativo e tonico
- contro la gotta, la febbre e le astenie
- per stimolare la secrezione di succhi gastrici e biliari
- per favorire la produzione di leucociti e sostenere la convalescenza dopo malattie infettive
- come depurativo del sangue, utile anche nelle affezioni reumatiche
Uso cosmetico: l’infuso può essere applicato sul viso per ridurre la pelle grassa e schiarire le lentiggini.
Uso esterno: il decotto viene impiegato anche in enteroclismi contro i vermi intestinali.
👉 Ricetta del decotto: bollire per 1 minuto 2 g di radice spezzettata in 2,5 dl di acqua. Bere due tazzine al giorno in caso di stanchezza fisica o mentale.
Usi in cucina e liquoristica
Per il suo sapore intensamente amaro, la genziana è molto apprezzata nella produzione di:
- aperitivi
- amari
- digestivi
- vini aromatici
- acquaviti
- caramelle e pastiglie (es. zucchero matricale)
👉 Ricetta del Vino di Genziana maggiore:
- mettere in infusione 10 g di radice in ½ bicchiere d’acqua fredda per 12 ore
- versare il tutto in 1 l di vino bianco secco
- lasciare riposare 1 settimana, poi filtrare
Se ne beve ½ bicchierino:
dopo i pasti per facilitare la digestione,
prima dei pasti come aperitivo

Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato).