Fauna nella valle

Aquila reale
Aquila Reale

L’Aquila Reale è un maestoso rapace diurno con un’apertura alare che può raggiungere i due metri e un peso intorno ai sei chilogrammi nell’adulto. Il piumaggio è marrone scuro con riflessi dorati sul capo e sul collo, mentre i giovani presentano ampie macchie bianche sul dorso. Dotata di vista eccezionale e di un becco robusto, è in grado di catturare prede di dimensioni medie, fino a circa due chilogrammi. Durante il volo alterna lunghe planate a potenti battiti alari, con le ali tenute a forma di “V”. Nidifica su falesie rocciose e, in inverno, integra la sua dieta di mammiferi e uccelli con carogne.

Aspide
Aspide (Vipera rossa)

La vipera aspide vive fino a tremila metri di quota e può superare il metro di lunghezza, risultando l’endemico più decorativo e velenoso delle nostre montagne. Preferisce tane di piccoli roditori, dove la temperatura si mantiene intorno ai quindici gradi, ma esce per cacciare quando l’aria oscilla tra i quindici e i trentacinque gradi. In condizioni normali cattura roditori di media taglia ogni cinque–sei giorni, ma in loro assenza si nutre di ortotteri come cavallette e locuste. La modulazione della sua attività dipende dalla disponibilità di cibo, al punto da poter digiunare anche per un mese. È ovovivipara: dopo un unico accoppiamento di circa due ore ha una gestazione di quattro mesi e partorisce da due a dodici piccoli già autonomi.

Camoscio
Camoscio

Il camoscio abita i pascoli d’alta quota oltre i 1500 metri, con popolazioni che in passato hanno subito brusche oscillazioni demografiche a causa di epidemie legate all’eccessiva densità. Animale diurno e agile arrampicatore, è capace di balzi impressionanti e, se costretto, nuota con discreta abilità. Gli adulti raggiungono un peso tra i 25 e i 50 chilogrammi e mostrano un mantello chiaro d’estate, che si scurisce in inverno, con vistose macchie facciali bianche. Vive in branchi matriarcali guidati da un’esemplare anziana, mentre i maschi adulti sono più solitari. Il periodo degli amori è in autunno e la femmina partorisce solitamente un unico piccolo a fine primavera.

Capra
Capra Orobica

Originaria della Val Gerola, la capra orobica è stata selezionata da centinaia di anni per l’allevamento nei pascoli alpini delle Orobie, dove oggi ne contiamo circa mille esemplari in Valle Brembana. È una pascolatrice instancabile degli ambienti più elevati, grazie a zampe robuste e un’eccellente capacità di equilibrio. Il mantello è lungo e varia nelle sfumature a seconda delle sottorazze Marin, Farinel, Nigru e Camosc, mentre le corna, lunghe e leggermente ricurve, sono più sviluppate nei maschi. Le femmine raggiungono i 55–65 kg e i maschi possono superare i 90 kg. Il latte ricco e saporito di questa capra è molto richiesto per le produzioni casearie tipiche della zona.

Capriolo
Capriolo

Il capriolo è tra i mammiferi più comuni della valle Brembana, con una popolazione stimata di circa tremila esemplari, spesso avvistabile lungo strade e ai margini dei boschi. Le femmine e i giovani si organizzano in piccoli gruppi, mentre i maschi tendono a muoversi da soli nei pressi dei branchi. Con un’altezza al garrese di 50–75 cm e un peso che nei maschi arriva fino a 32 kg, è dotato di una robusta conformazione muscolare. Le sue abitudini sono principalmente crepuscolari e notturne, ma non è raro scorgerlo in attività diurna grazie al suo olfatto e vista molto sviluppati. È un corridore veloce, capace di rapidi cambi di direzione e di nuotare quando necessario.

Cervo
Cervo

Il cervo nobile, diffuso in aree come la Val Parina e il Monte Secco, raggiunge nei maschi un peso tra i 160 e i 210 kg, mentre le femmine pesano tra i 90 e i 130 kg. Spesso sfugge all’osservazione diretta, tranne che per le tracce lasciate su neve e fanghiglia. Predilige boschi di conifere ma, col mutare delle stagioni, si sposta a quote più basse in primavera e autunno, risalendo in estate. I gruppi riproduttivi sono costituiti dalle femmine con i piccoli, mentre i maschi adulti vivono per lo più isolati, rincontrandosi durante il periodo del bramito autunnale. La gestazione dura 33–34 settimane e dà di solito vita a un unico cerbiatto a fine maggio.

Coturnice
Coturnice

La coturnice predilige i versanti rocciosi e aridi al limite del bosco, con presenza di arbusti nani come ginepri e mirtilli; il suo volo è rapido e rumoroso, mentre a terra si muove con passi sicuri. Durante l’estate occupa pascoli e prati alpini, spostandosi in inverno a quote inferiori, anche intorno ai 700–800 m, per ripararsi vicino ai corsi d’acqua. Depone da otto a quattordici uova, incubate per 24–26 giorni, e i pulcini sono subito in grado di seguire la madre. Negli ultimi anni la specie in valle Brembana ha subito un drastico calo per la riduzione degli habitat adatti. La sopravvivenza delle nuove generazioni dipende fortemente dalla gestione del pascolo e della pressione venatoria.

Donnola
Donnola

Giunge fino a 1 m di altezza, con bulbo squamoso e fusto striato di violetto che emana un odore forte e poco gradevole . Le foglie ellittico-lanceolate sono disposte in verticilli di 5–6 e i fiori pendenti formano un racemo lasso . I tepali, di colore rosa-violaceo e punteggiati di porporino, sono lucidi e recurvati a turbante . Vegeta tra 300 e 2 400 m in boschi sassosi, cespuglieti e prati calcarei, con fioritura da maggio a luglio . Coltivato come ornamentale, è protetto in modo assoluto in Bergamo, Como, Pavia e Sondrio .

Ermellino
Ermellino

L’ermellino misura intorno ai quaranta centimetri e presenta un corpo affusolato, una coda sottile terminante in un ciuffo nero e un muso appuntito. Il suo mantello invernale diventa completamente candido, garantendogli un perfetto mimetismo nevoso, mentre in estate conserva una colorazione marrone chiaro. Predilige habitat freddi e rocciosi, ma si muove agilmente anche su alberi e in acqua, dove insegue topi e altri piccoli mammiferi. L’accoppiamento avviene in autunno, ma la gestazione è sospesa in inverno (diapause), per riprendere a fine stagione e dare alla luce 4–7 piccoli tra marzo e maggio. In passato è stata intensamente cacciata per la sua pregiata pelliccia.

Faina
Faina

La faina vive fino a 2000 metri di quota e frequenta boschi decidui, zone rocciose e persino aree abitate, sfruttando solai, fienili e cavità naturali per i ripari. Somiglia alla martora ma è più massiccia, con pelliccia ispida e una caratteristica macchia bianca sul petto. È un animale solitario, attivo soprattutto di notte e al crepuscolo, e si nutre di topi, conigli, uccelli, ghiri, insetti, anfibi e bacche. Veduta la sua adattabilità, talvolta causa danni ai pollai nelle aree rurali. Riesce a sfruttare ogni nicchia dell’ambiente alpino, spostandosi agilmente tra le rocce e i capanni agricoli.

Gallo forcello
Gallo Forcello

Il gallo forcello maschio sfoggia un piumaggio nero-bluastro lucido con ali e sottocoda bianche e una coda forcuta, mentre la femmina è marrone barrata e più discreta. È noto per il volo rapido e planato, benché a terra sia goffo e prediliga posarsi sugli alberi per ripararsi. Abita il limite superiore del bosco e i suoi versanti aperti, ma in valle Brembana la popolazione è in costante diminuzione. In primavera il maschio emette un caratteristico gorgoglio e ingaggia violente contese con altri maschi per conquistare le femmine. Il rituale di corteggiamento prevede danze complesse che possono sfociare in scontri mortali.

Lepre Bianca
Lepre Bianca

La lepre bianca (Lepus timidus) presenta un pronunciato dimorfismo stagionale: in estate il mantello è bruno-grigiastro, mentre in inverno diventa bianco con un margine auricolare nero. Vive tra i 1000 e i 2914 metri di quota, rifugiandosi in rododendri, mirtilli, pini mughi o in fessure rocciose. È crepuscolare e notturna, ma può essere avvistata di giorno mentre corre, salta e nuota per sfuggire ai predatori. La specie, di origine boreo-alpina, mostra areali frammentati, con popolazioni isolate nelle catene meridionali europee. La sua sopravvivenza è legata alla copertura nevosa, necessaria per il suo mimetismo invernale.

Lepre Europea
Lepre Europea

La lepre europea (Lepus europaeus) si adatta a quote fino a 2000 metri sulle Orobie, prediligendo ambienti aperti e margini boschivi. Ha un corpo snello, testa piccola, occhi grandi, orecchie lunghe e arti posteriori robusti, ricoperti di un folto mantello fulvo-grigiastro. È notturna e crepuscolare, silenziosa e furtiva, con un udito e un olfatto estremamente sensibili, mentre la vista è meno acuta rispetto ad altri mammiferi erbivori. In caso di pericolo corre ad altissima velocità con scarti improvvisi e salti lunghi fino a diversi metri. Può nuotare se necessario, dimostrando grande adattabilità ambientale.

Marmotta
Marmotta

La marmotta è un grosso roditore che raggiunge i 60–80 centimetri di lunghezza (coda compresa), con un corpo massiccio e un collo corto. Forma colonie familiari dotate di sentinelle che emettono fischi d’allarme acutissimi alla minima minaccia. Vive in tane articolate, con camere separate per l’inverno, quando va in letargo per circa sei mesi, e per l’estate, con molteplici uscite. Se la temperatura nella tana invernale scende sotto i 7 °C si sveglia per rialzare la temperatura corporea. In giugno le femmine danno alla luce da due a cinque piccoli, che apprendono rapidamente la vita di superficie.

Pernice Bianca
Pernice Bianca

La pernice bianca cambia piumaggio due volte l’anno: in estate è bruno-grigiastro con macchie bianche sulle ali e sul ventre, mentre in inverno diventa completamente bianca tranne una coda nera. Abita quote tra i 2000 e i 3000 metri, ma in anni con poca neve può scendere fino a 1700 metri; in rari casi si spinge oltre i 3000 metri su morene e praterie di alta quota. I maschi mostrano una vistosa striscia scura dall’occhio e un piccolo caruncolo rosso, assenti o ridotti nelle femmine. Determinare l’età è possibile osservando le remiganti, appuntite nei giovani e arrotondate negli adulti. Si nutre di germogli, bacche e piccoli arbusti come salice nano, mirtillo nero e timo serpillo.

Stambecco
Stambecco

Lo stambecco alpino, reintrodotto negli anni Ottanta dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, è passato da poche decine di capi a numerose popolazioni stabili sul Pizzo dei Tre Signori. Presenta una notevole abilità di arrampicamento, pur essendo relativamente lento nei movimenti, e tollera bene il freddo estremo. I giovani e le femmine formano grandi branchi, mentre i maschi adulti preferiscono la vita solitaria o piccoli gruppi. Il verso, simile al belato di una capra domestica, è udibile a distanza. Il periodo degli amori cade tra dicembre e gennaio e solitamente nasce un solo piccolo a giugno.

Volpe
Volpe

La volpe rossa, unica grande specie carnivora dopo la scomparsa di lupi e orsi, è in espansione in Valle Brembana e alterna attività notturna a sporadiche uscite diurne. Si muove con trotto leggero, sa nuotare e spesso sfrutta scivoli naturali sulle rocce. È solitaria e difende la propria tana, che può scavare lei stessa o occupare quella di tassi, emettendo ringhi e brontolii quando minacciata. La sua dieta è estremamente varia: dai piccoli roditori agli uccelli, dai frutti ai rifiuti urbani, tanto da visitare spesso zone abitate. A maggio partorisce fino a otto cuccioli e oggi il rischio di rabbia è pressoché azzerato grazie alle campagne di vaccinazione.

Cinghiale
Cinghiale

Il cinghiale (Sus scrofa) è un artiodattilo che può raggiungere 180 cm di lunghezza, superare il metro al garrese e pesare fino a 100 kg, con notevoli variazioni a seconda della sottospecie. Il corpo massiccio, coperto da un fitto mantello bruno-grigiastro, è armato di robuste difese (canini) che utilizza per difendersi e scavare nel terreno alla ricerca di cibo. Animale gregario, vive in gruppi matriarcali attivi soprattutto al crepuscolo e di notte, nutrendosi di radici, frutta, piccoli vertebrati e carogne; di giorno riposa in buche scavate nel sottobosco. La riproduzione si concentra in inverno, con gestazioni di circa 115 giorni che portano alla nascita di 4–6 piccoli in primavera, i quali rimangono con la madre fino all’anno di vita.

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