Cenni storici della valle

Il territorio della Val Brembana riflette una ricca cultura sviluppatasi in condizioni di isolamento geografico, con antiche tradizioni artigianali e architettoniche ancora visibili nei borghi e nei paesaggi.


La Valle Brembana fu abitata fin dalla preistoria, come mostrano i reperti archeologici di Zogno, ed ebbe uno sviluppo culturale autonomo dovuto all’isolamento geografico.


Nonostante i cambiamenti della modernità, in Val Brembana resistono tradizioni popolari antiche legate a riti religiosi e pagani, feste, leggende e mascherate.


In tutta la Valle Brembana la religiosità si è espressa anche nel culto mariano, con numerosi santuari legati a eventi miracolosi.


In Valle Brembana, numerosi edifici religiosi e abitazioni conservano affreschi medievali e rinascimentali legati alla pietà popolare, spesso ben conservati e recentemente oggetto di recupero.


Eugenio Goglio fu un fotografo–artigiano che, tornò in Val Brembana dedicandosi alla fotografia itinerante dal 1898


Durante la dominazione veneta, la Serenissima confermò l'autonomia della Valle Brembana da Bergamo e ne organizzò il territorio in diversi vicariati.


Tra la fine del Settecento e l'Ottocento, la Valle attraversa un periodo di povertà sotto le dominazioni francese e austriaca, con qualche miglioramento nelle infrastrutture.


Il traffico intenso tra Bergamo e la Val Brembana contrasta con gli antichi percorsi lenti e suggestivi come la Via Mercatorum, che collegava paesi e borghi montani attraverso mulattiere storiche.


progettata da Alvise Priuli nel XVI secolo, fu una strada strategica voluta dalla Serenissima per migliorare i commerci e aggirare i territori ostili del Ducato di Milano, con partenza da Bergamo e arrivo in Valtellina.


La Valle Brembana è ricca di capolavori d’arte sacra, grazie a numerosi artisti locali come i Baschenis, Ceresa e Palma il Vecchio, e a opere di maestri forestieri.


Cornello dei Tasso, borgo lombardo accessibile solo a piedi, conserva un’atmosfera sospesa nel tempo grazie al suo isolamento.


Arlecchino, tra le maschere più complesse della Commedia dell'Arte, ha origini incerte ma radici bergamasche e influenze francesi e medievali.
