L’alchemilla è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Rosacee.
- Fusto: verde intenso, peloso e ramificato, alto da 10 a 50 cm.
- Foglie: rotonde o reniformi, divise in 7-10 lobi a ventaglio, spesso pieghettati.
- Fiori: piccoli, giallo-verdognoli, compaiono dalla primavera fino a metà estate.
Il nome alchemilla deriva dall’arabo al-kimiya (“pietra filosofale”), poiché si riteneva che la rugiada raccolta sulle sue foglie potesse trasformare i metalli vili in oro. Per questo gli alchimisti attribuivano alla pianta virtù magiche.
Diffusione
In Italia è presente quasi ovunque, dal livello del mare fino ai 2000 metri di altitudine, soprattutto in zone montane umide.
Nella bergamasca i pascoli ricchi di alchemilla sono particolarmente apprezzati: le mucche che se ne nutrono producono un latte più ricco di panna, considerato ideale per i migliori formaggi.

Proprietà terapeutiche
L’alchemilla possiede numerose proprietà:
- Astringenti, antinfiammatorie, antibatteriche → utile contro mal di denti, mal di gola e infiammazioni leggere del cavo orale.
- Emostatiche e cicatrizzanti → favorisce la guarigione di emorragie interne ed esterne; rimedio per mestruazioni abbondanti, dolorose o irregolari.
- Sedative → calma il sistema nervoso, allevia cefalee nervose e disturbi da arteriosclerosi.
- Diuretiche e stomachiche → indicate in caso di diarrea, enterite, spasmi gastrici e meteorismo.
- Uso esterno → efficace contro pruriti vaginali, vulvari e anali, piaghe e ulcere.
- Cosmetico naturale → il succo delle foglie attenua le lentiggini ed è un rimedio per occhi arrossati, infiammati o stanchi.
Preparazioni tradizionali
- Decotto per uso interno: bollire 5 g di foglie essiccate in 100 ml di acqua, filtrare dopo 10 minuti. Assumere 5 cucchiai al giorno oppure utilizzare per sciacqui.
- Decotto per uso esterno: far bollire 1 litro di acqua con 100 g di foglie essiccate. Usare per lavaggi o applicare con garze sulle parti interessate.

Usi in cucina
Possono dare un tocco originale a risotti e minestre, se aggiunte poco prima di servire.
Nella tradizione bergamasca è un ingrediente della panada, piatto tipico locale.
Le foglie giovani, dal gusto leggermente amarognolo, arricchiscono le insalate.
Si utilizzano per aromatizzare salse a base di formaggi freschi e yogurt.

Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato)