Partendo dal borgo di Ornica, il celebre Sentiero CAI 106 si addentra subito in un ambiente di grande fascino: dapprima una mulattiera lastricata si snoda tra alberi e prati, poi conduce al cuore della Valle d’Inferno, dove sorge l’agriturismo “La Casera” vicino a suggestive baite alpine. Man mano che si sale, l’atmosfera si fa sempre più selvaggia: superata la Baita Ciarelli (intorno a 1 610 m) e la Baita Predoni (sotto un masso imponente a circa 1 850 m), il sentiero sfiora anche la pittoresca “Sfinge”, uno sperone roccioso che pare vegliare sulla valle.

Il cammino prosegue fino alla Bocchetta d’Inferno (2 306 m), dove la natura si apre a un paesaggio austero dominato da sfasciumi e macereti. Qui il CAI 106 incrocia il Sentiero 101, tracciando il tratto finale verso la cima. La salita al Pizzo dei Tre Signori (2 554 m) affronta rocce facili e detriti, talvolta attraversando neve residua in primavera. Negli ultimi metri, una breve corda fissa offre un prezioso aiuto in caso di fondo scivoloso.

Raggiunta la vetta, si viene ricompensati con una vista impareggiabile: dalle Alpi Retiche al Monte Rosa, dal Cervino alle cime lecchesi e orobiche, fino al Vallese. Il nome stesso del Pizzo – “dei Tre Signori” – racconta una storia secolare: un tempo segnava il confine tra il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia e la Repubblica dei Grigioni. Oggi, simboleggia l’incontro delle province di Bergamo, Lecco e Sondrio.

Il Sentiero 106 richiede circa quattro ore e mezza per arrivare in cima, con un dislivello che si aggira intorno ai 1 600 metri e uno sviluppo di circa 6–7 km in salita. In estate, il percorso è tecnicamente alla portata di escursionisti esperti, ma richiede comunque buona preparazione fisica. In presenza di neve o verglassatura, specialmente in primavera e invernali precoci, può essere utile portare ramponi e piccozza.

In sintesi, il sentiero 106 da Ornica al Pizzo dei Tre Signori è un’esperienza immersiva nella bellezza alpina, dove ogni tappa – dalle baite ruspanti agli scorci rocciosi e panoramici – racconta qualcosa dell’alto territorio bergamasco, del suo paesaggio e della sua storia antica e affascinante.
